Riaprono i Tribunali. Fase 2: come riaprire senza ledere il diritto alla difesa

L’attuale situazione emergenziale, che investe il nostro Paese da circa due mesi, ha comportato una vera e propria sospensione dell’attività giudiziaria; sono stati infatti rinviati centinaia di processi, fatta eccezione per quelle udienze definite “indifferibili e urgenti”.

Sebbene la sospensione delle attività dei Tribunali sia prevista fino a domani, 11 maggio 2020, è bene comunque precisarsi che la situazione di “emergenza” è stata dichiarata in realtà dichiarata fino al 30 giugno 2020, pertanto saranno possibili ulteriori rinvii fin dopo tale data.

Nei fatti la “temporanea chiusura dei Tribunali” rischia di arrecare numerosi problemi. A destare particolari preoccupazioni sono, in particolare, i procedimenti riguardanti il “diritto di famiglia” (come separazioni, divorzi, ed in generale procedimenti relativi alla regolamentazione di tempi e modalità di collocamento dei figli).

Si tratta di tematiche che toccano da vicino la vita dei singoli; i procedimenti rientranti nell’ambito del diritto di famiglia non vanno infatti equiparati alle altre cause civilistiche (come ad esempio azioni relative a risarcimento danni). Essi infatti sono volti a dettare una regolamentazione in situazioni che risultano ormai essere intollerabili.

Le principali questioni che emergono nei procedimenti di separazione e divorzio, e alle quali il Giudice è chiamato a dare una disciplina sono gli aspetti economici e di gestione dei figli, oltre alla determinazione dell’assegnazione della casa familiare.

Alla luce della necessità di garantire un celere intervento in queste situazioni conflittuali il CNF, in data 20.04.2020, ha emanato una circolare ove inviata invita i tribunali ad adottare una serie di misure.

In linea generale in tale intervento il CNF consiglia di svolgere udienze “da remoto”, in modo da permettere, anche in questa situazione di emergenza, la trattazione e prosecuzione dei singoli procedimenti.

Nel concreto, le principali soluzioni avanzate concernono alla possibilità di svolgere una “trattazione scritta” per i procedimenti di separazione e divorzio consensuali. Tale modalità ha chiaramente il vantaggio di rendere estremamente celere il procedimento; di contro, però, è chiaro che essa sia attuabile solo per quei procedimenti in cui le parti abbiano già raggiunto un accordo di massima in ordine alle principali questioni (quali assegnazione casa, gestione figli e aspetti economici).

Nel caso in cui si abbiano dei procedimenti di separazione e divorzio giudiziali (ove le parti non hanno invece raggiunto un accordo), il CNF consiglia comunque di procedere, ove possibile, con le udienze da remoto. È chiaro che tale modalità può risultare difficile da attuarsi in caso vi siano figli minori o sussistano gravi disaccordi e ostilità tra le parti (che inibiscono qualsiasi possibilità di comunicazione tra di loro).

Al fine di tutelare il diritto alla Privacy nella circolare del CNF si consiglia altresì di non effettuare il collegamento dalla propria abitazione personale, ma di preferire altri luoghi (come ad esempio lo studio del proprio legale).

Queste sono solo alcune delle direttive impartite dal CNF al fine di evitare di mettere in “stand-by” la giurisdizione familiare, che di per sé fatica a tollerare sospensioni.

L’attuale situazione emergenziale impone dunque di rinunciare temporaneamente alle ordinarie modalità dei procedimenti, che prevedono la presenza fisica delle parti, e utilizzare i numerosi strumenti che la tecnologia ci offre, nell’auspicio di tornare quanto prima alla normalità.